Calderoli torna alla carica con un'altra delle sue mirabolanti imprese, almeno così afferma il capogruppo dell'Italia dei Valori Massimo Donadi. Tutti si ricordano il leghista quando firmò il Porcellum negli ultimi scampoli della XIV legislatura e quando poi lo definì senza mezzi termini una porcata. Molti si ricorderanno anche le sue magliette blasfeme sfoderate in diretta TV che provocarono scontri di piazza e l'ennesima figuraccia internazionale dell'Italia di B. Qualcuno rammenterà infine il rogo che organizzò tempo fa, affermando di aver bruciato, abrogandole, centinaia di migliaia di leggi inutili (cifra inverosimile: non sono mai state promulgate così tante leggi nella storia nazionale!), saltando a piè pari tutti i passaggi parlamentari perchè - si sa - basta dare fuoco ad un testo stampato da internet per privarlo di valore legale...
Ora pare che Calderoli, in qualità di ministro per la semplificazione, abbia dato qualche altra sforbiciata a caso alla nostra legislazione abrogando un regio decreto del 20 luglio del '34, di cui forse non aveva compreso esattamente la funzione. Questa volta non ha operato con la diavolina, ma servendosi del decreto legislativo 212 dello scorso dicembre. Il problema è che la legge inutile eliminata era quella che istituiva e regolava il tribunale dei minorenni.
C'è chi sostiene che il disonesto, colui che danneggia gli altri per avvantaggiare se stesso, sia da preferirsi all'incapace, la persona che fa disastri per errore: il primo ha sempre dei limiti, il secondo no. Calderoli, che ha già dato prova in passato di incompetenza, rischia dunque di superare Berlusconi e Ghedini nell'arte della distruzione della macchina della giustizia italiana.
Rischia, perché il ministro afferma che siamo davanti ad un falso allarme: non avrebbe sbagliato lui a sforbiciare, ma solo la Gazzetta Ufficiale a riportare correttamente l'allegato al suo decreto, tanto che sarebbe già uscito l'altro giorno un errata corrige. Per quanto sia incredibile, ci auguriamo che sia vero.
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