Vi ricordate la storia di Bertolaso e del massaggio con preservativo, degli appalti a La Maddalena, degli imprenditori che ridevano durante il terremoto in Abruzzo e del grumo di clientele intorno alla Protezione Civile? Quella era la Cricca. E vi ricordate la rete di Denis Verdini, con dentro banche, imprese, faccendieri e imprenditori, Silvio "Cesare" Berlusconi e la rete circostante? Quella era la P3. Oggi è la rete di Bisignani ad essere scoperta, con dentro parte del gotha della finanza italiana, oltre che faccendieri, politici e consulenti vari, la P4.
Ciò che salta fuori ad ogni inchiesta è una rete di poteri occulti, comitati d'affari e lobbies in grado di inquinare il corretto funzionamento della politica democratica. Ma ancora più preoccupante è notare delle continuità tra i fenomeni scoperti, così che ci si accorge del salto di qualità nei nomi che sono saltati fuori nelle tre fasi, sia tra gli imprenditori che tra i politici: da un Bertolaso di basso livello nella Cricca si è passati ai più influenti Verdini e Dell'Utri della P3, per poi giungere all'apogeo con Gianni Letta, il potentissimo sottosegretario di Berlusconi, di cui già si vociferava la nomina a senatore a vita, se non alla Presidenza della Repubblica...
Continuità che sarebbe dimostrata da ciò che afferma De Magistris: la P3 fu attiva nel sabotaggio delle sue inchieste di Catanzaro e la P4 era immischiata nei reati di cui il PM si occupava prima del trasferimento. La capacità di influenzare e di creare agganci avrebbe permesso a questa ragnatela invisibile di manipolare il corso della giustizia in modo da garantirsi l'impunità e l'adeguata macchina del fango ha fatto ripetere a tutti i partiti, a reti unificati, che le inchieste della procura calabrese sarebbero stati fiaschi (l'UE non sembra pensarla così) e che sarebbero state tutte fatte a pezzi per la loro inconsistenza (e non perché sabotate dai successori di De Magistris).
Vale, ovviamente, la presunzione di innocenza e si concede agli accusati il beneficio del dubbio, ma se fosse vero tutto ciò che appare, se fosse dimostrata l'esistenza di questa rete di potere capace di coinvolgere politica, associazioni mafiose, grandi banche e grande imprenditoria, oltre che ambienti governativi del Ministero della Giustizia e Vaticano, allora sarebbe da mettere in dubbio la genuinità stessa della democrazia italiana e l'effettivo peso della volontà popolare nelle scelte degli organi rappresentativi.
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