venerdì 13 gennaio 2012

A proposito di solidarietà intergenerazionale

Esperimento sociologico. A un operaio viene proposto di spostare il proprio riposo settimanale ad un giorno diverso dalla domenica, quindi percepire qualche euro in più in busta paga senza lavorare quantitativamente di più, in cambio della sicurezza che sessanta giovani colleghi precari avranno un contratto a tempo indeterminato. C'è garanzia di anonimato nella risposta, dunque nessuna costrizione sociale nella scelta. Cosa pensate che sceglierà il nostro lavoratore?
La risposta ce la dà un fatto di cronaca, la storia di una fabbrica con 530 dipendenti in cui è stato proposto di istituire il ciclo produttivo continuo (ovvero la necessità di fare, a rotazione, i turni domenicali) per aumentare la produzione e poter assorbire 60 dei 150 precari attualmente in servizio. Al referendum aziendale la proposta è stata bocciata dai 433 votanti con 264 voti contrari e solo 158 favorevoli.
Presupponendo che tutti i precari abbiano votato per la propria assunzione a tempo indeterminato, risulta che solo 8 dei loro 380 colleghi con il posto fisso (cioè appena il 2%!) hanno fatto la scelta più conveniente ai loro vicini meno fortunati, mentre il restante 98% ha preferito guardare dall'altra parte (i 108 astenuti, pari a poco più del 28%) o garantirsi il riposo settimanale votando contro (il 69%). Roba da consegnare il dilemma del prigioniero all'archeologia della matematica.
Sarà che la crisi rende tutti più egoisti, ma un campione statistico composto al 69% da egoisti, al 28% da indifferenti e solo al 2% da generosi dovrebbe far riflette profondamente su cosa stiamo costruendo e, soprattutto, su quanto possiamo fidarci della nostra politica sempre pronta a chiedere sacrifici (agli altri), ma che sempre più si dimostra essere specchio della società.

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