domenica 5 giugno 2011

Dubbi (confutabili) sul referendum contro l'atomo

Si sta diffondendo il panico circa la consultazione sull'atomo di domenica prossima. Si teme che l'abrogazione dei commi 1 e 8 dell'art. 5 della legge 75/2011, ovvero quelli sui quali verte il quesito referendario, potrebbe ridar vita alle disposizioni previgenti e quindi annullare la sospensione del nucleare facendo ripartire il programma del governo.
Il testo di ciò per cui si vota è disponibile in rete e la lettura accorta dell'art. 5, anche se solo sommaria, ci permette di disperdere il fumo del dubbio sulla bontà del referendum.
Intanto è facile notare come sono i commi dal 2 al 7 quelli che contengono l'abrogazione delle vecchie disposizioni sul nucleare e dunque non è su quella che verte il voto. Ci si occupa, al contrario, degli unici commi che non abrogano un bel nulla, ma che spiegano le ragioni dell'intervento legislativo ed anticipano l'azione futura dell'esecutivo. Si tratta evidentemente di norme programmatiche, semplici intenzioni del legislatore per l'avvenire.
Comma 1 - Al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche, mediante il supporto dell'Agenzia per la sicurezza nucleare, sui profili relativi alla sicurezza nucleare, tenendo conto dello sviluppo tecnologico in tale settore e delle decisioni che saranno assunte a livello di Unione europea, non si procede alla definizione e attuazione del programma di localizzazione, realizzazione ed esercizio nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia elettrica nucleare
Il primo comma che si abroga è quello che fa venire le maggiori perplessità: la legge afferma che non si procede col programma nucleare e noi abroghiamo questo passo della legge? Apparentemente il voto non ha logica e ha di conseguenza fatto gridare al suicidio.
Non dobbiamo però dimenticare che l'abrogazione esplicita delle disposizioni sul nucleare è già presente negli altri commi e che quindi l'abrogazione implicita derivante dall'attuazione di questa parte della legge non è necessaria per dire addio all'atomo. Inoltre non si deve dimenticare che non ha alcuna importanza ciò che il referendum toglie, ma conta solo ciò che risulterà dalla soppressione: cancellato il comma 1 rimarrà proprio una legge che elimina le disposizioni sul nucleare delle leggi precedenti.
L'insidia di questo comma è rappresentata dall'inizio: si subordina l'interruzione del programma all'acquisizione di nuove evidenze scientifiche. Dunque, implicitamente, una volta ottenute tali evidenze sarebbe possibile ripartire col nucleare a spron battuto. E' questa la ragione per cui se ne chiede l'eliminazione.

Comma 8 - Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dello sviluppo economico e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano e acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari, adotta la Strategia energetica nazionale, che individua le priorità e le misure necessarie al fine di garantire la sicurezza nella produzione di energia, la diversificazione delle fonti energetiche e delle aree geografiche di approvvigionamento, il miglioramento della competitività del sistema energetico nazionale e lo sviluppo delle infrastrutture nella prospettiva del mercato interno europeo, l'incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore energetico e la partecipazione ad accordi internazionali di cooperazione tecnologica, la sostenibilità ambientale nella produzione e negli usi dell'energia, anche ai fini della riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra, la valorizzazione e lo sviluppo di filiere industriali nazionali. Nella definizione della Strategia, il Consiglio dei Ministri tiene conto delle valutazioni effettuate a livello di Unione europea e a livello internazionale sulla sicurezza delle tecnologie disponibili, degli obiettivi fissati a livello di Unione europea e a livello internazionale in materia di cambiamenti climatici, delle indicazioni dell'Unione europea e degli organismi internazionali in materia di scenari energetici e ambientali.
La pericolosità dell'abrogazione di questo papiro, invece, non è ben chiara. Si dice che eliminerebbe tutta la politica energetica del governo con l'eccezione del nucleare, ma, come abbiamo visto, il nucleare sono altri commi ad eliminarlo e l'approvvigionamento energetico del paese dovrebbe essere una materia troppo importante per essere relegata ad un unico comma di un decreto-minestrone che tratta di tutto e di più.
Il vero senso della richiesta di abrogazione è appunto la carta bianca che questo comma, lungo, ma ugualmente fumoso, lascia all'esecutivo per la definizione della nostra futura politica energetica. Con il referendum si vuole togliere questa attribuzione totale di fiducia al governo nuclearista, dando un segnale politico forte per la necessità di un cambiamento di rotta sul tema.

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