venerdì 25 giugno 2010

Ministero o Diritto di Asilo?

Nel Medioevo esisteva il cosiddettoanello di salvezza, ovvero un'area in cui chi vi si rifugiava era al sicuro dalla giustizia mondana e, se non vi si allontanava, poteva godere della protezione divina contro qualunque autorità. Si trattava, infatti, di luoghi sacri, come chiese, sagrati e cimiteri, dove si riteneva che alla giustizia umana dovesse subentrare la giustizia divina, per cui vigeva il Diritto d'Asilo, l'estrema speranza di tutti i rei.
Oggi, fortunatamente per i sostenitori della certezza della pena, questo istituto è stato abolito e si è imposto il principio per cui alla responsabilità penale si può sfuggire solo per concessione dello Stato stesso (indulti e amnistie). Oppure entrando in politica, come dimostra l'ennesimo ministro-predone del governo Berlusconi.
Napoleone jr, infatti, avendo bisogno di un nuovo ministro del federalismo, ha scelto un uomo del PdL, ma vicinissimo alla Lega, Aldo Brancher. Il quale Brancher è un pluridecorato di scandali e inchieste: è stato nell'occhio del ciclone all'epoca di Mani Pulite e ha ancora accuse pendenti per la vicenda della Banca Popolare e dei "furbetti del quartierino".
E, ovviamente, il neoministro ha subito annunciato di voler approfittare della recentemente approvata legge sul legittimo impedimento, che permette ai politici con responsabilità istituzionali di sfuggire ai processi autocertificando generici impegni lavorativi. Norma scandalosa, poiché lascia alla correttezza dell'imputato la possibilità del processo di procedere o meno, dato che se il politico in questione dovesse autocertificarsi un mucchio di balle, allora il dibattimento rimarrebbe sospeso all'infinito.
Ora, in più, ci tocca sentire l'ipocrisia dei leghisti, che dimenticandosi di essere la colonna portante di questo governo di mafiosi e corrotti, si dichiarano indignati per la furbata di Brancher, resa possibile da una legge entusiasticamente votata alle camere dagli stessi parlamentari del Carroccio.

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