sabato 30 aprile 2011

In nome del Papi Re

E' partita l'ultima crociata, la sfida di Berlusconi per recuperare i voti dell'elettorato cattolico e, magari, riuscire ad agganciarsi alla grande giostra mediatica che sarà la beatificazione di Giovanni Paolo II.
L'offensiva è stata scatenata con ripetuti attacchi alla scuola pubblica, promotrice di un progetto educativo contrario ai valori della famiglia, a cui si è aggiunto l'elogio della scuola privata (specialmente se religiosa) corredato da relativo invito ai genitori ad iscrivere lì i propri figli.
Ora il campione dei valori cristiani torna sui giornali, tra una notizia di Bunga Bunga e l'altra, per commemorare il pontefice scomparso ed affermare il suo presunto testamento spirituale: tutte le leggi, da oggi in poi, non potranno più essere in contrasto con i valori cristiani.
Le leggi, appunto. Invece chi come lui pare che le leggi le abbia infrante (la prostituzione minorile è reato) contravvenendo ai medesimi valori, non dovrà avere troppi problemi, magari anche grazie alla riforma della giustizia, al processo breve e a tutte le altre trovate ad personam del governo. Gli unici a doversi uniformare coattivamente ai valori cristiani, così come interpretati da quello specchio di morigeratezza che è mr. Bunga Bunga, saranno i cittadini onesti, i quali, magari, non decideranno di violare la legge solo perché certi della futura impunità.
Nel frattempo in Parlamento si ritorna a discutere della legge sul (sabotaggio del) testamento biologico. Qualcuno ricorderà che quel testo, anni fa, sarebbe dovuto essere un decreto legge per impedire l'esecuzione della sentenza sul caso di Eluana Englaro e poi, dopo la bocciatura di Napolitano, una legge da approvare a tempo di record alla vigilia della morte della donna. Alla fine, passata l'emergenza, il testo è rimasto a marcire in un cassetto finché ora, tra un'escort e l'altra, ci si è decisi a rispolverarlo per concedere un contentino gratuito alla CEI.
Così, mentre il clero tollera l'harem del Re e gli intellettuali cattolici (?) come Messori si prodigano in inviti a non giudicare (chi odia i peccati odia gli uomini, osava proclamare lo scrittore a L'Infedele, dimenticandosi che un conto è il peccato e un altro il peccatore), la laicità dello Stato lascia sempre più spazio ad un confessionalismo ipocrita da Ancien Régime, in cui al sovrano tutto è permesso, mentre al popolo, per legge, tutto è vietato.

3 commenti:

  1. Se la Chiesa avesse il potere che aveva nell'Ancien Régime, sarebbe accettabile la cosa (sempre che nell'Ancient Régime fosse così). Ad ogni modo, qui si tratta di politica, ovvero il capo di uno Stato, per di più ospite in un altro, non può tanto leggermente accusare il capo dello Stato ospitante. In fondo, volendo, è un mero calcolo: lasciamo che si danni lui e cerchiamo di salvare gli altri (l'uomo comune). D'altronde, ho sentito di recente che secondo alcuni intellettuali, cattolici e non, la Chiesa NON deve giudicare...

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  2. La CEI, invece, non può criticare? Siamo in un paese democratico e ciascuno dice ciò che vuole. Se la CEI tace è perché vuole tacere.
    La Santa Sede, poi, soggetto di diritto internazionale, faccia ciò che vuole.

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  3. Non è che la CEI sia indipendente e possa fare quello che vuole...
    Ad ogni modo, lo sai che, dal mio punto di vista, la Chiesa dovrebbe giudicare ogni singolo aspetto (e persona) della politica non solo italiana, ma di qualunque stato in cui vi siano i cattolici. E, infatti, sempre secondo me, si è troppo chiusa a riccio negli ultimi tempi. "ho sentito di recente che secondo alcuni intellettuali, cattolici e non, la Chiesa NON deve giudicare..." era amara ironia...anche gli intellettuali cattolici si sono fatti questa idea che la Chiesa non debba giudicare.

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