Il 4 Novembre è la festa delle Forze Armate: si celebra la vittoria nella guerra del '15-'18, nota come Prima Guerra Mondiale, Grande Guerra e, da noi, come Quarta Guerra di Indipendenza. Si festeggia il fatto che la Venezia Giulia, l'Istria e il Trentino si siano uniti alla patria comune degli altri Italiani e che l'Alto Adige sia stato annesso al Regno d'Italia perché, nonostante vi si parli ancora tedesco, si trova al di qua dello spartiacque alpino.
Si festeggia la conquista di Trento a prezzo di decine di migliaia di morti, quando la città ci era stata offerte per ben due volte in passato dall'Austria e noi l'avevamo rifiutata perché non ci bastava. Si festeggia la conquista di Gorizia costata centinaia di migliaia di morti, quando anche questa città ci era stata offerta in passato dall'Austria. Si festeggia per Trieste e per l'Istria, anch'esse conquistate con un immenso sacrificio umano, ma che pure ci erano state offerte dall'Austria in passato. Si festeggia l'annessione dell'Alto Adige, provincia austriaca per lingua e cultura, ma che l'Italia ha annesso a prezzo di migliaia e migliaia di morti.
Ma il 4 Novembre non si festeggia soltanto. Il 4 Novembre si ricorda anche il fallimento delle aspirazioni su Fiume e sulla Dalmazia che, nonostante fossero state promesse a noi, sono poi state date alla Iugoslavia dai nostri alleati. Si ricorda la Vittoria Mutilata che la dea Guerra ci aveva concesso in cambio di più di seicentomila sacrificati. Si ricorda quella pace che non andò bene a nessuno tra vincitori e sconfitti, che doveva distribuire ai primi un poco dei resti dell'Europa devastata, strappandoli ai secondi che ormai non avevano più voce in capitolo.
Il 4 Novembre si ricordano anche quei vent'anni che seguirono di fascismi e revanscismi, invidie e vendette. Si ricorda quell'altra guerra, ancora più Grande della prima, che avrebbe dovuto regolare tutti i conti lasciati in sospeso o aperti dalla tregua intermedia.
Il 4 Novembre è una festa in cui c'è poco da festeggiare.
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