venerdì 15 luglio 2011

Prendi i soldi e scappa!

In un conciliabolo notturno, degno di una masnada di lestofanti, i nostri politici hanno deciso di dimostrare al paese quanta voglia hanno di condividere l'austerità che impongono a tutti gli altri. La commissione bilancio del Senato ha infatti bocciato i tagli all'indennità dei parlamentari.
Esistono due categorie di statisti. Alcuni sono bravi a curare la propria immagine e cercano sempre di mostrare ai governati che si è tutti sulla stessa barca, che non si chiede a nessuno più di quanto non si sia disposti a sacrificare personalmente (ovviamente è una finzione, ma quantomeno una finzione esemplare); altri, al contrario, sono gli emuli di Maria Antonietta che, assolutamente ignari delle condizioni dei comuni mortali, ostentano i propri privilegi e vi ci si abbarbicano fino all'ultimo. Questa seconda categoria, in ogni tempo, è quella più odiosa.
I nostri, indegni perfino di essere definiti statisti, hanno in pratica fatto la mossa peggiore possibile: prima hanno creato aspettative, assicurando che si sarebbero allineati le indennità alla media europea (sempre a partire dalla prossima legislatura, ovviamente!), che avrebbero contribuito al risparmio tagliando i costi della politica e tanti altri begli annunci. Poi, di notte e di nascosto, si sono rimangiati tutto e hanno confermato il sospetto di molti, ovvero che si resterà allo status quo.
Tutto ciò, in un periodo in cui tutti gli italiani sono chiamati a fare sacrifici per il bene comune ed una guida seria e affidabile sarebbe manna dal cielo, è non solo vergognoso per il decoro, ma anche suicida per la credibilità delle nostre istituzioni politiche.
Ma ancora più suicide sono le motivazioni portate. La prima è che le indennità così alte sarebbero indispensabili per garantire l'indipendenza e l'incorruttibilità del parlamentare. Tradotto, occorrono per tenere alti i prezzi dei vari Scilipoti, altrimenti tutti se li potrebbero permettere...
In secondo luogo, non si possono abbassare gli assegnoni a livello di media UE, perché non ovunque il costo della vita è uguale: in Italia, per esempio, il costo della vita è inferiore rispetto a quelli tedesco e francese, eppure i nostri parlamentari vengono remunerati in modo ben più lauto di quelli di Francia e Germania.
La terza fondamentale ragione (e questa l'ha esposta Sanna del Pd) è la diversa consistenza demografica dei vari paesi: eh, già, i mille parlamentari italiani, che governano una popolazione leggermente inferiore rispetto ai loro altrettanti colleghi francesi, devono pur guadagnare un po' di più!
Nel grande banchetto collettivo celebrato la notte scorsa, non c'è stata opposizione: tutti i commissari, unanimenente, hanno pensato bene di affondare i tagli e di salvare le proprie abbondanti retribuzioni presenti e future. A Palazzo, anche in tempi di fame, la festa deve continuare.

ADDENDA
Dopo l'articolo (che basato su ciò che due quotidiani hanno scritto, Il Fatto e Libero) aggiorno su ciò che è facile da trovare sull'argomento. Si tratta della votazione su un parere, quindi di un atto non vincolante, ma che comunque dovrebbe avere il suo peso, visto che tutti i gruppi parlamentari hanno concordato sull'oggetto. Inoltre, in un vortice di ambiguità, la Commissione ha anche auspocato maggiori interventi sui costi della politica (ma evidentemente senza toccare le indennità?) e sembra che lo sguardo sia caduto sugli extra dovuti a deputati e senatori con incarichi particolari e benefit non meglio determinati. Belle dichiarazioni di intenti, ma l'ostilità ad interventi sulle indennità parlamentari lascia comunque attoniti.
Il motivo della mancanza di queste informazioni nel post originale era appunto la loro assenza nei due articoli usati come fonte. In particolare, l'articolo del Fatto appare come un riassunto di quello di Libero (!), un pezzo di Franco Bechis (inaffidabilissimo cronista dedito al sensazionalismo). E' inutile che sul Fatto cerchiate addende, perché non ne troverete...

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