sabato 23 luglio 2011

Una gita in elicottero per Renata Polverini

Esistono tre modi per andare da Roma a Rieti, due accessibili a tutti, uno riservato a pochi. Il primo è imbottigliarsi in macchina (o in bus: € 4,10 sulle linee Cotral) sulle autostrade o sulle strade statali (che sono in gran parte regionalizzate), il secondo è prendere un treno regionale (cioè cofinanziato dalla Regione Lazio) fino a Terni, per poi lì cambiare (non esiste ancora il diretto!) e così raggiungere la destinazione, al costo di € 11,95 in prima classe e 8,60 in seconda. Così sono tenuti a fare tutti i cittadini del Lazio.
Esiste, però, una cittadina più cittadina degli altri che può permettersi un mezzo alternativo per raggiungere la Festa del Peperoncino reatina senza dover subire i disservizi della viabilità della regione che presiede e potendo in questo garantirsi un arrivo molto più ad effetto. Parliamo, naturalmente, di Renata Polverini, la presidente del Lazio che ha vinto le elezioni sull'onda dello scandalo dei trans di Marrazzo e contestando il nichilismo morale dell'avversaria Emma Bonino, e del suo formidabile elicottero (pubblico?) giunto agli onori delle cronache nazionali.
Per prima cosa, viene da chiedersi quanto è costata ai contribuenti questa gita/inderogabile impegno istituzionale che era così urgente e cruciale da meritare persino la creazione di un ponte aereo tra Roma e Rieti. In secondo luogo ci chiediamo se il simpatico signore, aspirante picchiatore, che la Polverini si portava accanto abbia un regolare contratto da body guard o, quantomeno, da camicia nera autorizzata.
In sostanza, però, il problema è il segnale che la Polverini ha lanciato a tutti coloro che vivono e viaggiano in Lazio: a lei non gliene importa nulla se le strade sono o meno insufficienti, il servizio ferroviario lacunoso e il complesso del sistema dei trasporti non idoneo a permette di muoversi agevolmente da un capoluogo all'altro, perché tanto lei ha corsie preferenziali e mezzi così esclusivi da non rischiare in nessun momento di provare sulla propria pelle l'esperienza delle persone comuni..
Se il modello ideale sarebbe quello del sindaco newyorkese che gira in metropolitana perché riesce a garantire ai cittadini il servizio che vorrebbe per sè, quello peggiore è la Polverini che se ne frega del servizio che lei offre alla gente comune perché, a spese nostre, si garantisce una situazione non solo migliore dal punto di vista quantitativo (come sarebbe una tribuna VIP, un'auto blu o un volo privato), ma soprattutto da quello qualitativo: nessuno - o quasi - può bypassare in elicottero come lei la pessima viabilità per Rieti.
A Maria Antonietta, che in mancanza di pane suggeriva al popolo di mangiare brioches, poteva essere riconosciuta la scusante di una grottesca ignoranza. Al contrario, l'ex sindacalista di destra ha dimostrato il menefreghismo pieno tipico di chi è consapevole dei propri privilegi ed altrettanto consapevole che la gente comune non può avere il diritto nemmeno di sognarsi di goderne di simili. Una mentalità, usando un termine molto in voga, di casta.

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