E' cominciata quella che è una via di mezzo tra il Telethon per salvare il governo Berlusconi e un suk arabo dove le contrattazioni durano giorni e giorni tra chi cerca di comprare e chi cerca di vendere (in questo caso, vendersi), la sindrome che precede il giorno della verità, quel fatidico prossimo 14 dicembre in cui Cesare si giocherà il tutto e per tutto.
Da un lato, infatti, la Camera oggi paralizzata testerà i numeri dell'Esecutivo, dall'altro la Consulta (dove le intercettazioni ci hanno rivelato una insidiosa presenza di giudici in quota P3) dovrà decidere la legittimità costituzionale o meno dello scudo del legittimo impedimento, in parole povere quella legge che permette ai membri del governo di non presentarsi in tribunale a loro piacere.
Il mercato, intanto, è florido e già cominciano ad essere noti i primi acquisti: Pionati (ex UdC) sembra ormai acquisito, i due deputati del SvP altoatesimo hanno promesso l'astensione, i sei radicali eletti col Pd sembra che vogliano amnistia ed epurazione di Santoro in cambio del passaggio a Berlusconi e Scilipoti diventa il degno successore di Cirami e De Gregorio nell'IdV (partito che ogni legislatura regala un parlamentare al centrodestra...).
Intanto l'ex Pd Calearo racconta che il prezzo di un parlamentare va da 350 a 500 mila euro, ma con l'avvicinarsi della data fatidica e l'assenza dei numeri il prezzo pare che stia salendo sempre di più. 345 parlamentari, inoltre, perderebbero la pensione in caso di scioglimento anticipato delle camere, così che il vendersi sarebbe un ottimo modo per ottenere l'invidiabilissimo vitalizio.
Si muove Bondi, fedelissimo del Capo, si muove Verdini che, come sappiamo, gode di una rete non trascurabile, si muove la Santanché, che invece sguazza da una rete all'altra con le sue calze a rete, e si muove anche quell'Aldo Brancher che, fallita la corsa al ministero, continua a lavorare nell'ombra in attesa della legge che gli darà l'impunità.
Ma se anche a Berlusconi dovesse andare male, non tutto è perduto: Fini ha già promesso che lavorerà per fargli avere un secondo mandato entro 72 ore per un nuovo governo. Ma Fini sta anche prendendo accordi con Casini e Rutelli, cosa che potrebbe anche far pensare ad una nuova Casa delle Libertà, da Bossi a Rutelli, dai neofascisti ai democristiani.
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