E' iniziato uno sterile confronto all'interno della sinistra su quanto sia giusto devastare il centro di Roma per protesta. Nonostante le rivelazioni de L'Espresso, che essendo rivelazioni non hanno avuto proprio alcun seguito, come sempre accade nel nostro paese, si continua a discutere se sia più efficace come strumento di lotta politica la manifestazione pacifica o il tumulto vandalico.
Emotivamente parlando, devastare tutto ciò che si vede è certamente più soddisfacente di una semplice sfilata: si sfogano gli istinti distruttivi, si colpisce il presunto nemico, ci si fa notare, è ganzo... Politicamente parlando, invece, non mi ricordo di aver mai visto seguire a un tafferuglio un vero dibattito pubblico sulle ragioni della protesta: devastare è soltanto un ottimo sistema per inimicarsi l'opinione pubblica e per legittimare chi ha il potere all'uso della forza bruta.
Il concetto era ben chiaro a Cossiga, che suggeriva a Maroni di incentivare i disordini durante le dimostrazioni per poi legittimare la polizia a picchiare pesante, forte del sostegno popolare. Le foto de L'Espresso potrebbero far crede che il consiglio di Cossiga sia stato subito raccolto dal ministro e messo in pratica. Comunque sia, il telespettatore medio ha recepito il messaggio: chi protesta contro la Gelmini e la sua controriforma è un vandalo lavativo, mentre la maggioranza silenziosa degli studenti operosi sostiene il ministro e i suoi sforzi per la meritocrazia. Semplice, banale e immediato.
A controprova, inviterei i sostenitori della "lotta armata", ovvero quelli che credono che minacciare il governo di distruggere tutto sia un ricatto efficace per ottenere qualcosa, a riflettere su quanto possa spaventare un governo che sta sfasciando l'Italia in maniera industriale e scientifica qualche gruppetto di facinorosi che lo fa artigianalmente...
Gli scontri di piazza il 14 dicembre sono stati la più bella arma di distrazione di massa regalata a Berlusconi: la compravendita dei deputati e il marcio della politica del governo sono stati dimenticati, mentre le telecamere erano puntate sul "ragazzo con la pala" che assaltava la camionetta della polizia.
Intanto certi siti di sinistra se la prendono con Saviano, accusandolo di essere divenuto funzionale al potere in quanto reo di aver scritto cose molto simili a quelle che avete letto qui. Mentre Silvio Cesare ride, i progressisti duri e puri, pronti a colpire chiunque si discosti dalla loro ortodossia perché la giudica controproducente per la causa comune, sono coloro che avranno in capo la duplice responsabilità del salvataggio del berlusconismo e del suicidio definitivo della sinistra italiana.
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