martedì 14 dicembre 2010

Fiducia all'incanto

Alla fine il mercato dei buoi di Montecitorio ha chiuso i battenti e Cesare è riuscito a conquistare la fiducia desiderata alla Camera: tre voti di vantaggio (non so perché, ma mi ricorda qualcosa) decretano il prolungamento dell'agonia dell'esecutivo per qualche altro mese. Agonia e non vita perché il Parlamento ora sarà più paralizzato che mai, con un governo che si regge su voti palesemente comprati quando prima poteva vantarsi di avere "la maggioranza più ampia della storia repubblicana". Non ci sarà più il bicolore Pdl-Lega, ma intorno al Capo orbiteranno innumerevoli partitini e cani sciolti acquistati con qualche promessa e qualche rassicurazione, pronti a sfilarsi alla prima occasione.
Ma l'obiettivo di Berlusconi non è mai stato governare, ma solo rimanere in sella per garantirsi l'impunità. Ma Bossi sarà favorevole a questo stato di cose? Già abbaia per il ritorno alle urne: vegetare per anni gli porterebbe via molti elettori già arrabbiati per il mancato arrivo del federalismo fiscale vero.
Non dimentichiamo il ruolo di Napolitano che, chiedendo di paralizzare le camere e di rinviare il voto al 14 dicembre, ha favorito Cesare permettendogli di raccattare voti che prima non aveva: non ha mai nascosto di essere preoccupato dall'idea della crisi.

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