martedì 26 ottobre 2010

Deutschland Über Alles, ovvero dell'inno nazionale censurato

Il presidente cileno Sebastián Piñera, in visita ufficiale a Berlino, ha lasciato una firma sul libro degli ospiti del Presidente tedesco accompagnandola con la frase Deutschland Über Alles (la Germania sopra tutto), primo verso del Canto dei Tedeschi, scritto a metà Ottocento come inno della nazione tedesca. Il visitatore sostiene di aver scelto quel motto per ringraziare la Germania per l'aiuto prestato nel famoso salvataggio dei minatori intrappolati per settimane in una miniera collassata, ma sicuramente non avrebbe mai immaginato la polemica che ne sarebbe scaturita.
Deutschland Über Alles, infatti, è conosciuto in patria come un motto nazista più che come un motto patriottico, così che si sono levate da tutto il mondo politico, dalla stampa e dalla società civile numerose proteste per la leggereza di Piñera: è stato inserito uno slogan nazionalsocialista nel libro degli ospiti presidenziale da un capo di Stato straniero.
La polemica lascia di stucco il lettore italiano medio (e anche medio-alto), che è convinto che il Canto dei Tedeschi, a cui il verso appartiene, sia l'inno nazionale tedesco. Apparirebbe infatti incomprensibile che la frase cantata a squarciagola in tutta la Germania durante cerimonie ufficiali, ricorrenze e partite di calcio sia pressoché bandita dal linguaggio corrente perché nazista.
Poi, però, basta una breve ricerca per scoprire che dopo la Seconda Guerra Mondiale l'inno tedesco è stato modificato con la cesura delle prime due strofe (la frase incriminata è nella prima) ed il mantenimento della terza (Einigkeit und Recht und Freiheit / ecc.) come inno nazionale. La musica, invece, è sempre la stessa, opera del compositore Heinrich Hoffmann von Fallersleben e particolarmente orecchiabile. L'ignoranza del fatto è pienamente scusabile e sono in pochi a sapere della modifica ormai in vigore da decenni. 
Piuttosto c'è da chiedersi quanto sia stato sensato espungere due strofe dall'inno nazionale per rimuovere un ricordo spiacevole del proprio passato. E, se proprio la scelta era obbligata, perché allora non cambiare tutto l'inno nazionale, invece che prendersela con il primo straniero di turno che, ignaro di questi bizantinismi, ha la malaugurata idea di riportare l'ex primo verso dell'unico inno nazionale censurato?

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