E' uscito il nuovo libro di Giampaolo Pansa, dal titolo vagamente minatorio "I vinti non dimenticano". Il tema (ormai abusato da parte del giornalista) sono le vittime nazifasciste della Resistenza e del periodo immediatamente successivo, alle quali non sarebbe dato nessun risalto da parte della storiografia e dell'opinione pubblica. Questa serie di libri sull'argomento, sostiene l'autore, cercano di ribilanciare il giudizio sulla Guerra Civile, per dimostrare che anche i vinti hanno sofferto per mano dei vincitori.
Dato che nemmeno a noi piace dimenticare, stiliamo un elenco delle migliaia di vincitori che sono stati passati per le armi dai nazifascisti vinti in tutta la penisola. Sì, che i vinti non si dimentichino di coloro che hanno ucciso.
Dei sedici morti ammazzati di Castiglione.
Dei dodici di Barletta.
Dei ventiquattro e poi cinquantanove di Boves.
Dei dodici di Matera.
Dei nove de L'Aquila.
Dei diciassette di Rionero in Vulture.
Dei centodieci di Acerra.
Dei quindici di Conca.
Dei cinquantaquattro di Bellona.
Degli undici di Ferrara.
Dei centoventotto di Pietransieri.
Dei trentotto di Sant'Agata.
Dei dieci di Scalvaia.
Dei centoquaranta di Monchio, Susano e Costrignano.
Dei ventisette di Montalto.
Dei trecentotrentacinque delle Fosse Ardeatine.
Dei diciannove di Montemaggio.
Dei ventisette del Pian del Lot.
Dei cinquantuno di Cumiana.
Dei centoquarantasette della Benedicta.
Dei duecentosessantanove di Lippa.
Dei quindici di Madonna della Pace.
Dei cinquantanove del Turchino.
Dei quattordici de La Storta.
Dei quarantadue di Fondotoce.
Dei quatranta di Gubbio.
Dei quarantadue della Bettola.
Dei duecentoquarantaquattro di Civitella.
Dei cinquantasette di Guardistallo.
Dei sessantacinque di San Polo.
Dei sessantaquattro di Tavolicci.
Dei cinquantacinque di San Miniato.
Dei ventisette del Carnaio.
Dei quindici di Piazzale Loreto.
Dei venti di San Quirico.
Dei centosettantacinque del Padule di Fulcecchio.
Delle centinaia di Cavriglia, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto e di tutti gli altri quattrocento luoghi (censiti) che hanno dovuto assistere all'aspetto più feroce dell'Occupazione nazifascista.
E degli ottomila ebrei italiani massacrati nei campi di sterminio, delle vittime di Risiera di San Sabba, delle migliaia e migliaia di vincitori a cui i vinti hanno rubato la vita, di tutti gli assassinati durante il Regime, degli abissini gasati in Etiopia, dei libici passati per le armi, dei dalmati lasciati morire di stenti nei lager italiani durante l'italianizzazione della Dalmazia, dei partigiani morti per dare alle persone che oggi incensano i loro carnefici la possibilità e la libertà di farlo...
Di tutti questi vincitori, no, i vinti non se ne devono dimenticare, ma devono ricordarsene. Tutti abbiamo il dovere di ricordarcene.
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