martedì 24 agosto 2010

I treni locali e il mercato in Puglia. Una piccola verifica

Invito tutti a fare un piccolo esperimento. Andate nel sito delle Ferrovie, ferroviedellostato.it, nella sezione orari e acquisto. Lì troverete dei campi da riempire con data di partenza, luogo da cui volete partire e destinazione: scegliete la data di domani, inserite nel primo campo Bari, nel secondo Lecce, e attendete i risultati. Per restringere la ricerca, magari dite che volete partire alle 14.00, così che avrete tutti i treni in servizio pomeridiano.
Vediamo quindi cosa esce. Osserveremo che il numero di treni regionali tra le 14.30 e le 22.30 è di quattro (16.00, 16.40, 17.50, 20.27), pessimamente distribuiti nel tempo e tutti adibiti anche a servizio urbano all'interno del capoluogo pugliese. Così il treno delle sei meno dieci per fare i centocinquanta chilometri richiesti impiega due ore, mentre quello delle otto e 27 ce ne impiega quasi due e mezzo. Il costo della corsa è di € 8,60.
Tuttavia non sono questi gli unici treni a garantire il servizio su questa tratta, mentre, al contrario, le altre categorie di convogli sono anche più frequenti: 2 Intercity, 3 Eurostar-City, 2 Eurostar e 4 Acquario, per un totale di 11 treni. Gli IC hanno una tariffa di 13,50 Euro, gli ES-City e gli Acquario di 16,00, gli ES di 18,00. Ma che cosa sono esattamente gli Acquario e perché hanno i costi da Eurostas City se offrono un servizio che a quanto mi risulta è limitato a questa tratta e a quella Andria-Bari ed è più lento di quello dei treni di lunga percorrenza (dato che le fermate intermedie, se vediamo, sono 3 e non una sola)?
Acquario è un consorzio tra le Ferrovie e Ferrotranviaria, l'operatore di trasporto dell'hinterland barese, che non è, come Trenitalia, convenzionato con le regioni e che il servizio che offre lo propone a prezzo di mercato. Ma dato che la concorrenza è data unicamente da uno dei membri del suddetto consorzio, possiamo dire che il servizio è offerto a prezzo di mercato monopolistico.
Dunque i Treni Acquario, con le loro tariffe più care, hanno già raggiunto la frequenza dei regionali nella fascia oraria pomeridiana, mentre sono praticamente inesistenti nella fascia mattutina, quando tutto il traffico è preso in carico dalla vecchia rete regionale, nella prima fase perché i pendolari devono godere del trasporto a prezzo minore, nella seconda perché a metà mattinata i treni, poco affollati, sono anche poco redditizi. Nella fascia pomeridiana, invece, gli introiti sono più appetibili e qui Trenitalia ha scelto di operare in condizioni di libero mercato, ovvero traendo il massimo profitto dalla propria attività, a scapito dell'utenza.
Va aggiunto che, oltre al maggior costo del viaggio (quasi il doppio), il passeggerodeve sopportare anche l'obbligo di prenotazione, inesistente sui regionali, e che pone a carico di chi perde il treno prescelto una serie di inconvenienti come il cambio di prenotazione, che si ottiene solo dopo estenuanti code nelle biglietterie. Al contrario, è liberato dal ridicolo onere dell'obliterazione e si vede garantito un posto a sedere in una tratta ben scarsamente usufruita.
E' un passo ulteriore nell'abbandono da parte delle Ferrovie di questa parte d'Italia, la cui provincia e il cui interno erano già stati interamente demandati al servizio di un'inefficientissima rete locale (le Ferrovie sud-est), ma che ora sta subendo anche il disimpegno sulla tratta adriatica (pressoché l'unica su cui operano le FFSS) a vantaggio di un'ottica puramente lucrativa.

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