lunedì 6 settembre 2010

Il comprendonio di cacciari e la moschea milanese

Cacciari, intervistato, dice la propria in merito alla controversia tra la Lega e il Comune di Milano per la costruzione di una moschea nella città ambrosiana. Dopo il cardinale Tettamanzi, anche il filosofo vuole mettere in chiaro alcuni punti fermi. Leggiamo dunque con interesse le sue affermazioni che si rivelano essere, come al solito... delle belle banalità!


Cacciari, Tettamanzi dice che le istituzioni civili devono garantire a tutti la libertà religiosa e il diritto di culto.
"Diritti, diritti... Non bisogna parlare di queste cose solo in nome dei diritti. Certo che Tettamanzi ha ragione. Basta però che la moschea se la facciano. Mica deve pagarla il Comune. Se la devono pagare loro".


Evidentemente Cacciari non ha capito nulla del dibattito in corso: non si chiede l'edificazione di una moschea, si chiede il diritto di destinare un luogo al culto musulmano. Sembrava chiarissimo fino a ieri e invece l'eminente filosofo prova a istillarci il dubbio del contrario.


Milano è una città dove vivono centomila persone di religione islamica e non esiste un luogo di culto loro dedicato. Le comunità musulmane cercano inutilmente di ottenere uno spazio da sette anni. Il cardinale si è mosso per questo.
"Ripeto che deve essere chiaro che non è il Comune a dover pagare la moschea. Detto questo, propongo un ribaltamento della questione: le comunità si organizzino, comprino un terreno, dicano facciamo tutto noi. A quel punto il Comune è con le spalle al muro: non è possibile che non individui un'area, o un edificio che può andare bene. Se non lo fa è inadempiente, è il Comune a essere fuori legge".


E ancora Cacciari fa finta di non capire la questione, nonostante l'aiuto del giornalista. Inoltre il filosofo, che, ricordiamo, ha fatto il sindaco di Venezia e quindi dovrebbe essere esperto di queste cose, fa finta di dimenticarsi come funzionano le cose nel campo dell'edilizia: si costruisce solo con il permesso di costruire del Comune. Dunque, anche se si è comprato il terreno e si è fatto il progetto, se l'istituzione dice di no è no e non c'è legge che tenga. Inoltre esiste una limitazione che si chiama 'piano regolatore', per cui prima il comune decide le destinazioni e solo dopo si può pretendere (salvo varianti approvate sempre dal Comune) di costruire un immobile con una certa destinazione d'uso in un certo luogo.Se anche i musulmani volessero usare un locale avente altra destinazione d'uso, allora servirebbe sempre il permesso dell'istituzione per tramutarlo in luogo di culto. Strano che Cacciari non lo sappia.
Si può osservare una simpatica illogicità, infine, nel suo ragionamento: "le comunità si organizzino, comprino un terreno, dicano facciamo tutto noi. A quel punto il Comune è con le spalle al muro: non è possibile che non individui un'area, o un edificio che può andare bene".
E' facile notare che qualcosa non quadra nel discorso. Lui invita i musulmani ad acquistare un terreno, perché tanto poi  il Comune dovrà individuare un'area. Ora, lasciando perdere che giuridicamente l'istituzione non è affatto tenuta ad individuare un bel niente, osserverei con attenzione l'articolo indeterminativo che il filosofo mette davanti ad "area": dunque, i musulmani comprano un terreno ben determinato e il comune individua un'area qualsiasi per destinarla alla moschea? E' ridicolo.

Così hanno fatto. Ma la commissione edilizia del Comune boccia sempre il progetto. Palazzo Marino si dice che non è una priorità.
"È impossibile, è chiaro che il Comune deve rispondere. Se non lo fa lo denuncino".
he in Italia vogliono c

Il giornalista prova a far dire a Cacciari ciò che lui non ha detto, ovvero la condotta che tutti coloro costruire devono tenere: si acquista il terreno, si presenta il progetto e si chiede il permesso al Comune. E aggiunge che il permesso è stato sempre negato.
Cacciari cade dal pero e risponde che ciò è impossibile. Vorremmo capire per quale ragione, però, sarebbe tale, visto, per fortuna, in Italia è ancora vietato costruire a libero piacimento e l'autorizzazione comunale non è una semplice formalità. Quando si tocca il discorso denuncia si raggiunge l'apice della farsa: forse che per Cacciari il cemento deve divenire un diritto?

Nella giunta comunale di Milano pesa molto la posizione della Lega. Matteo Salvini, un giovane consigliere, ha irriso la Curia: ai musulmani aprano i loro palazzi, ha suggerito.
"Questa frase testimonia solo l'idiozia di costui. A me invece piace ragionare".


A lui piace ragionare. E si vede...

Anche Maroni è intervenuto con una frase tranchant: sono il ministro dell'Interno, ha detto, non un costruttore di moschee.
"E ha ragione. Ha dato una risposta villana, però ha ragione. La moschea se la devono fare le comunità musulmane".


Ha ragione solo per chi come Cacciari non ha capito niente. Comunque fa sempre piacere che un esponente di spicco del Pd colga l'occasione per allinearsi ai deliri leghisti e all'intolleranza, modificando la realtà pur di convincere i cittadini, sempre più disinformati, ad accettare supinamente il populismo razzista padano. Poi ci si domanda perché il centrosinistra perda consenso, la Lega ne guadagni e i leader d'opposizione (da rottamazione immediata senza incentivi, ma al massimo con risarcimento per il disastro che hanno fatto) siano sempre più farseschi e ridicoli.

Nessun commento:

Posta un commento