giovedì 23 settembre 2010

Napoli e Taranto, ovvero della salubrità del territorio

Nuova emergenza rifiuti in Campania: le soluzioni temporanee del governo, che aveva decretato (esattamente, aveva proclamato per decreto legge) la fine dell'emergenza, ora si stanno forse rivelando temporanee e il loro tempo sta per giungere. Così, in assenza di interventi strutturali, il sistema della raccolta della spazzatura sta di nuovo avvicinandosi al collasso e sono riapparsi cumuli di rifiuti per strada.
Speriamo tutti, campani o no, che si tratti solo di un disagio temporaneo, slegato dalle parti sensibili del ciclo dei rifiuti (ovvero lo smaltimento finale), ma dovuto alle operazioni di raccolta o di stoccaggio provvisorio. Fonti comunali propendono per questa idea.
Del tutto fuori luogo, invece, è il vistoso sconcerto dimostrato in diretta radiofonica da Guido Bertolaso (che sì, è ancora lì nonostante il famoso massaggio al preservativo!): non può un uomo di governo cadere dal pero quando gli si dà una notizia del genere su una materia che è stata di sua competenza e per la quale gli erano stati attribuiti poteri eccezionali. Sappiamo bene che forse non è la persona più competente in tema di trattamento dell'immondizia, ma almeno la forma andrebbe salvata: non dichiarare candidamente che qualcosa non gli torna, perché, sinceramente, molte cose non tornano neppure a noi.

L'altra notizia del giorno, passata in sordina e apparsa sull'edizione pugliese de La Repubblica, in realtà sarebbe stata una notizia da diffondere lo scorso 14 agosto, data di varo del decreto di cui parliamo, o almeno il 15 settembre, la data della sua pubblicazione. Si tratta di una pessima notizia per i tarantini e per tutti coloro che hanno minimamente a cuore le sorti dell'aria che si respira, dato che, fino al 31 dicembre 2012, le emissioni di benzoapirene, un pericoloso idrocarburo aromatico, non avranno limiti di legge in tutti i centri abitati con più di 150000 abitanti.
Esiste un beneficiato particolare di questa nuova norma, l'Ilva di Taranto, che con le sue emissioni di questo e di altri mortali inquinanti ha fatto crescere esponenzialmente la mortalità per leucemie e altri tumori nel capoluogo salentino di più di 190 000 abitanti. L'industria, così, non dovrà adeguare la propria attività agli standard di ecocompatibilità normalmente richiesti, in un baratto macabro tra vita e salute da un lato e il denaro e il profitto dall'altro.

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