sabato 25 settembre 2010

Lo Stato sono io

Mentre tutti parlano della proprietà di una società privata, si ignorano le questioni che, magari, realmente interessano ai cittadini, che non credo che con le proprie tasse paghino gli stipendi dei parlamentari e dei governanti perché essi non debbano lavorare per vivere ed abbiano più tempo per farsi i propri affari. Ma questa non è una novità: è Napoleone jr a dettare l'agenda politica e le televisioni trattano di quello che vuole lui.
E' curioso, invece, che mentre si parla di questa società di un privato cittadino, di cui all'elettore non gliene può fregare di meno (non è un reato avere una società off shore), i mezzi d'informazione all'unisono abbiano sbandierato ai quattro venti una presunta condotta, questa sì gravissima, che ha ricevuto appena qualche ora di approfondimento nei nostri distrattissimi media: l'impiego di apparati dello Stato nelle beghe personali tra politici.
Perché si è arrivati all'assurdo che, se fosse falsa la famosa presunta lettera del ministro di quell'isolotto caraibico di cui quasi nessuno (eccetto gli evasori fiscali e Berlusconi, si intende) sapeva l'esistenza fino a poco tempo fa, allora i giornali del Presidente del Consiglio starebbero diffamando vergognosamente il presidente di un ramo del Parlamento (che, ricordo, costituzionalmente deve essere protetto da eventuali attacchi dell'esecutivo); se, invece, la missiva fosse vera, allora sarebbe ancora più grave, perché significherebbe che il giornale del Nano è riuscito a mettere le mani su un documento riservato e confidenziale di un governo straniero. E come avrebbe potuto farlo, se non utilizzando gli apparati dell'intelligence italiana, non a caso controllata dal Nano stesso?
E' questa la quaestio crucis: gli uomini del Presidente del Consiglio sono dei calunniatori e dei picchiatori, oppure sono stati adoperati apparati dello Stato unicamente per il tornaconto personale del capo del governo in carica? E, nel secondo caso, siamo sicuri che il Presidente del Consiglio non sarà disposto ad utilizzare le istituzioni pubbliche per "sbarazzarsi" di altri pericolosi avversari?
Va aggiunto che tutte le garanzie parlamentari, dall'autorizzazione all'impiego delle intercettazioni nelle inchieste all'immunità per voti espressi e dichiarazioni rilasciate nell'esercizio delle funzioni di rappresentanza, sono state pensate appunto per tutelare i deputati e i senatori dissidenti da eventuali ritorsioni da parte apparati dello Stato (e quindi controllati dal governo). Ciò dimostra quanto sarebbe costituzionalmente eversiva questa condotta del Cavaliere se dovesse essere stata effettivamente messa in atto.
Non c'è in gioco un appartamentino, ci sono in gioco la nostra libertà e il nostro Stato di diritto.

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