sabato 3 luglio 2010

Bavaglio o bavaglino?

Franceschini ci informa che finalmente l'opposizione smetterà di fare ostruzionismo sulla legge-bavaglio, detta anche legge-ammazza-sicurezza e legge-libera-tutti. Ci stavamo tutti quasi preoccupando che il Pd avesse cominciato a fare un'opposizione reale al governo, ma l'ex segretario finalmente ci tranquillizza e ci fa comprendere che eravamo semplicemente in presenza di un momento di sbandamento, di una defiance. Il vero Partito Democratico, da buona forza di opposizione, non può fare opposizione contro un testo promosso dal governo e dalla maggioranza e nella preparazione del quale è intervenuto perfino il Presidente della Repubblica nella veste di correttore di bozze.
Ora, molto più conformemente alla propria storia, i democratici saranno diversamente concordi, votando insieme ai finiani gli emendamenti correttivi della proposta di legge, quelle piccole modifiche che ammorbidiranno il bavaglio quel tanto che basta per rendere più difficile la sua cassazione da parte della Corte Costituzionale, ma che cambieranno poco e nulla l'impatto della legge sulla libertà d'informazione e sulla sicurezza dei cittadini. Non sarà quindi più un bavaglio, ma un bavaglino, un bavaglio gentile con il quale maggioranza e opposizione, concordi, faranno finalmente quello che Berlusconi da solo stava trovando difficoltà a fare.
Come mai il Pd non impara mai dai propri errori? Ha perso voti a tutte le elezioni, è in crisi di consenso e nei sondaggi, nonostante il governo sia ai minimi storici, riesce ad ottenere risultati di popolarità ancora peggiori. Non si sono resi conto che forse, ma forse, qualcuno dei loro elettori desidererebbe da parte del pg qualcosa di più di un ni stentato a tutte le proposte del governo? No, loro, ben istruiti dai cerchiobottisti del Corriere della Sera, del Riformista e di tutti gli altri giornali che dicono di rappresentare l'intellighenzia del paese, la parte migliore dell'Italia (quale esattamente?), credono che il problema della politica sia lo scontro.
Dunque è inutile alzare i toni, sventolare la Costituzione e i trattati europei. Non si deve protestare, andare in piazza e mobilitarsi. Non si deve. Bisogna essere tutti concordi e sorridenti, uniti e coesi intorno a Napoleone jr e al Capo dello Stato (anche se il primo insulta il secondo a piè sospinto) per affrontare insieme le avversità del futuro, per avere una linea comune davanti al naufragio nazionale.
Ebbene sì, il problema in politica è la dialettica, il no deciso a tutti i sabotaggi dello Stato di diritto, la ferma opposizione ad un governo che sta lasciando andare l'economia italiana alla deriva troppo preso dalle leggi ad personam. Perché naufragare è un piacere, ma se non si fa naufragio in compagnia (PD e PD-L), che piacere è?

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